Bullismo interventi | Modificare la personalità della vittima

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Modificare la personalità della vittima

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C’è un solo modo per far sì che la vittima possa avere la meglio sul bullo: renderla più forte e carismatica del bullo.

 

Ma a parte il problema etico, è assurdo pensare di cambiare la personalità di una persona, soprattutto quando è quella persona a subire ingiustizia.

 

 

Modificare il comportamento di una persona che è nata e cresciuta in un modo, e moralmente giusto? Ma se quella persona è contenta di se stessa, perché modificarle la personalità a causa di qualcuno che la molesta?

Vi sembrerebbe normale se a causa delle continue molestie sessuali che una donna subisce, qualcuno le dicesse di cambiare? Di vestirsi in maniera sciatta. Di essere meno gentile. Di essere meno docile. 

Non si avverte in questa idea una sorta di plagio? Praticare il lavaggio del cervello ad un bambino perché ce ne un altro che gli crea continuamente problemi.

Un bambino ha un problema dovuto a fattori esterni e noi gli modifichiamo i connotati?

Pensate se negli USA per eliminare il problema della discriminazione razziale verso le persone di colore avessero modificato i connotati alle persone di colore, intervenendo sul patrimonio genetico per cambiargli il colore dell’epidermide.

Si condanna da più parti la modificazione genetica e poi permettiamo la modificazione mentale?

La vittima non reca danno a nessuno, né a persone, né a oggetti, né alla società, almeno non direttamente, a differenza del bullo che, invece, reca danno a persone e cose, volutamente. Se proprio fosse necessario cambiare la personalità di qualcuno, la dovremmo cambiare al bullo, non alla vittima.

La vittima è un bambino fragile, timido, introverso, insicuro come si può trasformarlo in un bambino forte, disinvolto, estroverso e sicuro di sé?

Un insegnante deve aiutare il bambino ad essere meno timido, meno insicuro, meno fragile, ma è un percorso lento e soprattutto non deve modificare le caratteristiche della sua personalità: la sua dolcezza, la sua emotività, la sua sensibilità. Un insegnante deve aiutare un bambino a crescere ed affrontare i problemi della vita, ma non deve insegnargli ad affrontare la camorra o la mafia. 

Ma riusciamo a renderci conto di cosa accadrebbe se nell’arco di poco tempo un bambino fragile, timido, introverso ed insicuro, diventasse forte, disinvolto, estroverso e sicuro di sé?
Quali sarebbero le conseguenze?
Il mondo intorno a lui, il suo mondo, vedrebbe un bambino che non conosce.
Chi lo amava per quello che era, sarà disposto ad accettarlo per quello che è diventato?
E delle responsabilità di cui lo carichiamo? Per non parlare dell’arma del carisma che di punto in bianco si trova tra le mani.
Fino a ieri un bambino timido, introverso, di colpo divertente, abile nel parlare, sicuro di sé.

Non vi sa tanto di films americani?

 

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