Bambini in ospedale

Bambino in ospedale

Bambino in ospedale

Lo sviluppo cognitivo e affettivo relazionale del bambino in età evolutiva è determinato principalmente dalle esperienze corporee, ossia, da ciò che il bambino vive e sperimenta con il corpo. Se nell’adulto le esperienze di dolore fisico possono determinare traumi, ansia, depressione, fobie, amnesie etc., possiamo immaginare quanto esse possano in un bambino ostacolare o alterare il suo sviluppo.

Prendersi cura di un bambino in maniera intrusiva è fonte di stress e può contribuire a far emergere comportamenti di avversione: il bambino potrebbe cominciare ad associare ogni contatto con il dolore, rispondendo con contorcimenti del corpo, pianto, ansia, irritabilità.

È importante quindi rendere le esperienze di ospedalizzazione e la pratica di esami invasivi quanto meno traumatiche possibili.

Questo è possibile solamente se si ha un grande rispetto per ogni singolo bambino e non si perdono di vista i suoi bisogni fisiologici e affettivi e le sue esigenze. Accanto alla cura degli arredi che devono attirare l’attenzione del bambino così da rendere le pratiche mediche più accettabili e la situazione più rilassante, risulta fondamentale da parte degli operatori sanitari un atteggiamento positivo, disponibile e contenitivo nei confronti di genitori preoccupati ed in ansia, ma soprattutto il rispetto dell’identità del bambino.

Ogni operatore sanitario dovrebbe tenere ben presente che il bambino non è un pupazzo che può essere preso e maneggiato all’occorrenza, ma una personcina con un suo pensiero e proprie emozioni. È importante che l’operatore sia dolce e gentile e prima di ogni pratica medica cerchi un contatto con il bambino e crei una situazione rassicurante.

Questi sono solo alcuni degli esempi:  

  • Non strappare il bambino dal genitore ma consentirgli di tenerlo in braccio o di stargli vicino durante le visite mediche o gli esami
  • Se il bambino dorme aspettare che si svegli
  • Se il bambino è irritato aspettare che si calmi o rimandare
  • Essere puntuali agli appuntamenti così da non modificare le abitudini del bambino
  • Riscaldare lo stetoscopio o altri strumenti con lo sfregamento delle mani prima di poggiarlo sulla pelle delicata
  • Utilizzare movimenti e contatti delicati e non come se fossero sacchi di patate
  • Non essere impazienti, il bambino non capisce che il personale ha fretta

 

I bambini sono persone in crescita ed hanno il diritto ad uno sviluppo quanto più lineare possibile.

Non sono numeri, letti o casi clinici, ma essere viventi con i loro diritti che vengono prima di tutto e tutti.

Per questo riteniamo che nei corsi di formazione del personale sanitario, soprattutto quello medico, dovrebbe essere obbligatorio lo studio della pedagogia.

Inoltre sarebbe un bene, se non doveroso, che nelle equipe mediche degli ospedali che ci fosse un pediatra ma soprattutto un pedagogista/psicologo cognitivo comportamentale

Non basta che un dottore o un infermiere dica che ha fa quel lavoro con passione e amore dei bambini, è necessario che lo dimostri con i fatti. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *