Bullismo a scuola | Infanzia e primaria

Bullismo a scuola
Infanzia e primaria

Bullismo scuola infanzia e primaria

Bullismo scuola infanzia e primaria

 

Gli interventi per contrastare il bullismo andrebbero effettuati nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria. Perché?

Molti sostengono il contrario perché la maggior parte degli episodi avviene nella scuola superiore. 

 

 

 

 

 

Gli interventi per contrastare il bullismo andrebbero effettuati nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria. Molti sostengono il contrario poiché siamo subissati di video di episodi di bullismo che accadono quasi sempre nelle scuole superiori e a volte nelle scuole medie. Per molti di questi episodi, però, non si può nemmeno parlare di bullismo, ma di criminalità giovanile, vista la gravità delle azioni. Ma se la maggioranza dei casi di bullismo avviene nelle scuole superiori di primo e secondo grado, perché dovremmo effettuare gli interventi nelle scuole di grado inferiore?

Sostanzialmente per tre motivi principali:
Il primo è che gli episodi di bullismo incominciano a manifestarsi già all’asilo e alla scuola primaria, anche se in modo meno evidente e violento.
Il secondo è che quando si arriva alle scuole superiori è già tardi e contrastare il bullismo diventa un’impresa titanica.
Il terzo è che nelle scuole di grado inferiore i bambini non hanno ancora il carattere formato completamente e si possono ancora modellare quelle sfumature negative.

Proprio come nelle malattie la prevenzione è l’arma più potente che abbiamo a disposizione per sconfiggere il fenomeno.

E come nelle malattia dove la prevenzione va fatta prima del sorgere della malattia o ai primi segni, così a scuola va fatta quanto prima. Incominciando dalla scuola dell’infanzia, ma soprattutto nella scuola primaria. È necessario imparare a distinguere i bulli dalle vittime; discriminare gli episodi di bullismo dai normali conflitti tra bambini, riconoscere i primi comportamenti prevaricatori e porre rimedio quanto prima. È importante svolgere un lavoro accurato per insegnare ai bambini il rispetto delle norme del vivere insieme.

Oggi si parla di bullismo dovunque, i mass media ne danno un grande risalto. In poco tempo sono sorte molte associazioni che propongono battaglie, raccolgono firme, scrivono storie, girano film, tutto con l’intento di smuovere l’opinione pubblica. Convegni e seminari sono all’ordine del giorno, così come i corsi di formazione e pubblicazione di libri sull’argomento. Con un fenomeno così radicato ben vengano tutte le iniziative per contrastarlo, ma dobbiamo porci una domanda: Tutto questo serve? Tutte queste iniziative producono davvero risultati? In parole povere: riducono gli episodi di bullismo?
Purtroppo no.

In televisione, in radio e sui giornali psicologi, pedagogisti, opinionisti, giornalisti, leoni da tastiera etc. propinano tesi, metodologie e soluzioni.

Spesso però assistiamo a quello che viene definito Argumentum ad verecundiam, cioè vengono chiamati come esperti, personaggi illustri di tutto rispetto, ma che non godono dell’autorevolezza per parlare di quello specifico campo. Parlare di bullismo è diventata la moda del momento, in molti ne cavalcano l’onda e il rischio è quello di creare una gran confusione sull’argomento.

Sarebbe auspicabile che i sedicenti esperti, prima di parlare, avessero letto almeno un libro sull’argomento, uno su tutti il manuale per antonomasia del bullismo: Bullismo a scuola – Ragazzi oppressi, ragazzi che opprimono doi Dan Olweus. Questo per non incorrere, come avviene spesso, in errori grossolani. Uno degli esempi più lampanti è quello di ritenere il bullo un soggetto insicuro e con una bassa autostima. Mentre, già agli inizi degli anni settanta, Olweus e altri autori sostenevano l’esatto contrario (Olweus “Bullismo a scuola” p. 36).
DI bullismo e di interventi dovrebbe parlare solo coloro che ne hanno davvero le competenze.
È bene sapere che il lavoro più grande non va fatto solo su bulli e vittime, ma su tutta la classe. Un lavoro sinergico che in primo luogo fermi il bullo, e in secondo luogo agisca soprattutto su quei compagni di classe che pur non sostenendo bulli e branco, rimangono ignavi e in silenzio.

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