Rapporto scuola famiglia | 4 diversi modi di gestirli

Rapporto scuola famiglia
4 diversi modi di gestirli

Rapporto scuola famiglia

Rapporto scuola famiglia

 

Come vengono gestiti i rapporti scuola-famiglia? Quali modalità adottano le scuole e gli insegnanti per interfacciarsi alle famiglie dei bambini?

 

Analizziamo i quattro modi principali con cui gli insegnanti accolgono gli alunni all’entrata e nei rapporti con le famiglie in generale.

 

 

 

Ci sono molti modi per gestire il rapporto scuola – famiglia, soprattutto nella scuola dell’infanzia e nei primi anni della scuola primaria.

Ogni scuola e ogni insegnante adotta, nei limiti della propria libertà, un proprio modus operandi per relazionarsi con la famiglia degli alunni.

Negli anni si è cambiato spesso atteggiamento, da quello antico in cui l’insegnante era spesso autocrate e la famiglia tenuta fuori dal processo educativo, alla maggiore attenzione e partecipazione della famiglia, forse eccessiva, degli orientamenti del 1991, a quello più equilibrato delle indicazioni nazionali del 2012, fino a giungere ad oggi dove molte scuole sembrano ritornare al passato e tendono ad alzare un muro e tenere le famiglie fuori dalla scuola e dalle proprie decisioni. Questa tendenza, però, è in parte dovuta all’atteggiamento di alcune famiglie che hanno la propensione ad essere invadenti, spesso importune. Trovandosi nella situazione di non riuscire a gestire relazioni difficili alcune scuole adottano la chiusura totale, ma è davvero questa la strada giusta?

Uno dei momenti principali della relazione scuola/famiglia è sicuramente il momento dell’accoglienza e dell’uscita dell’alunno dalla scuola.

Se analizziamo i rapporti che intercorrono tra famiglie e insegnanti soprattutto per quanto riguarda l’entrata e l’uscita degli alunni, possiamo, in linea di massima, evidenziare quattro modelli principali:

    • Atteggiamento chiuso
    • Atteggiamento permissivo
    • Atteggiamento confuso
    • Atteggiamento aperto

 

Atteggiamento chiuso (autoritario)
La scuola chiusa è quella dove insegnanti e genitori non si incontrano. Non c’è il passaggio di consegna del bambino tra genitore e insegnante. I bambini vengono lasciati all’entrata e sono i collaboratori ad accertarsi che giungano nelle classi.  Per parlare con i docenti i genitori devono prendere un appuntamento ed è consentito solo in alcuni giorni della settimana. Notizie importanti vengono riferite ai collaboratori o ai rappresentanti di classe. Ai genitori non viene data la possibilità di entrare in classe e nella scuola in generale, ed è impensabile che i genitori chiedano di controllare le condizioni igieniche di bagni e classi. Parliamo di bambini della scuola dell’infanzia o della scuola primaria, bambini ancora piccoli per accorgersi di condizioni igienico sanitarie e di sicurezza. La scuola erige un muro, spesso è carente anche da un punto di vista comunicativo per quanto riguarda le informazioni, gli avvisi vengono centellinati, spesso dati all’ultimo momento, e c’è un atteggiamento omertoso che tende a tenere riservato tutto quello che avviene nella scuola. Nei pochi incontri tra docenti e famiglia il rapporto è up-down in cui i genitori vengono visti come utenti passivi che devono accettare le decisioni in modo incondizionato.

Atteggiamento permissivo
I genitori entrano nella scuola, perfino in classe. Spesso si intrattengono oltre il dovuto, soprattutto quando il figlio piange o fa i capricci. Gli insegnanti o non riescono a gestire la situazione, o addirittura provano piacere ad intrattenersi con i genitori. Questi ultimi risultano spesso invadenti, importuni ed entrano nel merito della didattica, influenzando anche scelte educative e organizzative dell’andamento della classe e della scuola in generale. Più passa il tempo e più difficile diventa per la scuola gestire le relazioni, e capita di arrivare ad un punto di non ritorno dove la scuola e gli insegnanti sono continuamente vittime di ricatti da parte dei genitori.

Atteggiamento confuso (disordinato)
La scuola è incoerente, ogni classe e ogni insegnante usa un metodo diverso. Chi è chiuso, chi è aperto, chi a volte aperto a volte chiuso. Si fanno differenze tra bambini e famiglie di bambini. Per esempio i docenti tendono ad intrattenersi solo con i genitori per i quali nutrono simpatie o referenze particolari. Ma gioca un ruolo importante anche l’incapacità del docente di gestire tutti genitori allo stesso modo, accade così che i genitori invadenti e poco educati godano di maggiore libertà rispetto a quelli che sono più educati e attenti alle regole. Tale confusione si ripercuote in maniera deleteria anche sulla didattica.

Atteggiamento aperto (autorevole)
Se partiamo da un punto di vista legale i docenti, e la scuola dell’infanzia e della primaria in generale, devono vigilare sui bambini. Lasciare un bambino all’ingresso e non controllare che vada in classe senza che accadano incidenti è un dovere della scuola e degli insegnanti. I bambini corrono, si spingono, scappano e la vigilanza dei collaboratori è pressoché impossibile. Se la scuola non ha la possibilità di vigilare su tutti dovrebbe lasciar entrare i genitori e far accompagnare i propri figli fino in classe.
Fatta questa premessa possiamo tranquillamente affermare che l’atteggiamento aperto, ma autorevole e assertivo, resta forse il modus operandi migliore per rapportarsi ai genitori e, fondamentalmente, quello che crea meno incomprensione con i genitori.
L’insegnante aperto accoglie i genitori sul ciglio della porta della classe, saluta genitori e bambino, fa entrare il bambino, o se piange se ne prende carico. Colloquia con i genitori se ci sono informazioni importanti (in genere parliamo di pochi secondi fino ad un massimo di un minuto). Non permette ai genitori di intrattenersi, né di entrare in classe salvo situazioni straordinarie e per momenti brevissimi.
La regola deve valere per tutti, genitori invadenti, genitori attenti, così come famiglie indigenti e famiglie benestanti. Nessun genitore è più importante di un altro, nessun bambino è più importante degli altri. I genitori hanno la possibilità di chiedere brevi chiarimenti, senza intrattenersi davanti alla porta e ostacolare il passaggio di altri bambini.
Naturalmente nella scuola primaria dove, non c’è l’entrata flessibile, i tempi di comunicazione tra docente e genitori devono essere ridotti significativamente.

 

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