18 regole per un iPhone

18 regole per un iPhone

18 regole per un iPhone

18 regole per un iPhone

18 regole per un iPhone

Una donna americana, giornalista, ha regalato (si fa per dire) un iPhone al figlio 13enne. Ma ha preteso che il figlio firmasse un contratto di 18 comandamenti (che lei ha pubblicato in rete). Un bel modo per farsi pubblicità. Al di là delle cose frivole analizziamo da un punto di vista pedagogico le 18 regole una per una.

Janell Burley Hofmann, scrittrice e blogger dell’Huffington Post, regala (ha ha ha) un I phone al figlio di 13 anni, il povero Gregory.

È comprensibile che al giorno d’oggi , con la tecnologia che corre come su una pista di formula 1 e tutto quello che si sente in giro, noi genitori abbiamo mille paure e forse più a lasciare uno strumento così complesso e dalla vastissime possibilità di utilizzo. Ma nel momento in cui decidiamo che nostro figlio è pronto per questa “macchina infernale” dobbiamo pensare che se siamo stati dei buoni genitori, la fiducia è d’uopo.

Ma pur considerando un contratto tra genitori una emerita idiozia, vogliamo analizzare punto per punto questo contratto per vedere quello che democraticamente si può accettare e quello che risulta essere aberrante. In corsivo rosso le nostre riflessioni.

Caro Gregory,

Buon Natale! Sei ora il fiero possessore di un iPhone.  Accidenti! Sei un ragazzo di 13 anni bravo e responsabile e ti meriti questo regalo (bravo e responsabile? Non ci sembra che questa sia la considerazione che ha di suo figlio visto che ancor prima di commettere errori viene processato e condannato). Ma il regalo comprende alcune regole. Leggi bene il seguente contratto. Spero tu capisca che il mio compito è crescerti in modo che tu possa diventare un uomo sano ed equilibrato (Siamo sicuri che con queste regole sarà sano ed equilibrato?), che sa stare al mondo e coesistere con la tecnologia, ma non esserne dominato (Certo dalla tecnologia non si deve essere dominati, da una madre sì, ottimo concetto). Se non rispetterai queste regole metterò fine alla tua condizione di proprietario del telefono. (Proprietario? ma la donna ha già dimenticato la prima regola che ha scritto? Gregory non è un possessore, ma un noleggiatore senza diritti).

Ti voglio bene e non vedo l’ora di scambiare con te milioni di messaggi nei giorni a venire.

1. Il telefono è mio. L’ho comprato io. L’ho pagato io. In sostanza te lo sto prestando. Sono la migliore o no? (Certo, ti faccio un regalo ma decido io come lo devi utilizzare. Molto democratico!)

2. Saprò sempre la password.  (Questo purtroppo è un errore che commettono anche psicologi  e pedagogisti, perfino nei vademecum per l’utilizzo internet lo commettono: ogni essere umano ha diritto ad una privacy, anche un bambino di 8 anni, e pretendere la password è come pretendere di leggere il diario segreto, privo di ogni democrazia, privo di ogni concetto pedagogico: io sono il tuo padrone, e controllerò la tua vita!)

3. Se suona, rispondi. È un telefono. Di’ “ciao”, sii educato. Non provare mai a ignorare una telefonata se sullo schermo vedi scritto “Mamma” o “Papà”. MAI.  (ok…ma è in netta contraddizione con l’articlo 11.)

4. Consegna prontamente il telefono a uno dei tuoi genitori alle ore 19.30 dei giorni di scuola e alle ore 21.00 nei fine settimana. Verrà spento per la notte e riacceso alle 7.30 del mattino. Se c’è un momento in cui non ti verrebbe da chiamare qualcuno sul suo telefono fisso perché temi che potrebbero rispondere i suoi genitori, allora non chiamare o non scrivere messaggi. Dai retta all’istinto e rispetta le altre famiglie, come noi vorremmo essere rispettati.  (Mettere dei limiti di orario e di consegna è da caserma militare. Inoltre c’è una inaccettabile contraddizione: ti dico che sei responsabile , ma non mi fido, quindi mi consegni il telefono. Se mi fido ti dico che gradirei un certo uso corretto del telefonino, e siccome mi fido non te lo sequestro. È come se un marito dice che si fida della moglie, però poi pretende di controllarle telefono e posta!)

5. Il telefono non viene a scuola con te. Parlaci un po’ con le persone a cui normalmente mandi messaggi. Fa parte delle cose che si devono imparare nella vita. *Sui giorni in cui esci prima da scuola o i giorni di gita è necessaria una valutazione caso per caso.  (Spesso il telefonino è più importante per i genitori che hanno la sensazione che qualunque cosa succeda il figlio possa contattarli immediatamente. Riguardo la scuola il problema non è dei ragazzi, ma delle istituzioni e delle scuole che non sono ancora riusciti a mettere delle regole chiare)

6. Se il telefono cade nella tazza del water, va in pezzi cadendo a terra o svanisce nel nulla, sei responsabile del costo di sostituzione o riparazione. Taglia l’erba, fai il babysitter, metti da parte i soldi che ti regalano al compleanno. Se succede devi essere pronto.  (A noi dà la sensazione che solo se rompe il telefonino è un errore, cioè, se accidentalmente rompi  il telecomando del cancello, il microonde o un piatto, fai parte della famiglia, non ti preoccupare, ma se rompi il telefonino lo paghi tu! Boh!)

7. Non usare la tecnologia per mentire, deridere o ingannare un altro essere umano. Non farti coinvolgere in conversazioni che possono fare del male a qualcun altro. Sii un buon amico e non ti mettere nei guai.  OK

8. Non scrivere in un messaggio o una mail qualcosa che non diresti di persona. (In un solo istante la signora è riuscita a distruggere millenni di corrispondenza di amore e di amicizia. Sono secoli che innamorati ed amici di ogni generazione riescono a dire in una lettera quello che non riuscirebbero a dire di persona, cosa oggi sostituita con mail ed sms. Noi vogliamo sperare che la signora si riferisse alle cose cattive dette via sms, ma così facendo include nei divieti anche le cose belle.)

9. Non scrivere in un messaggio o in una mail qualcosa che non diresti in presenza dei tuoi genitori. Cerca di censurarti, stacci attento. OK

10. Niente porno. Cerca sul web contenuti di cui parleresti anche con me. Se hai domande rispetto a qualsiasi cosa, chiedi a una persona – preferibilmente a me o a papà.  (Ok, ma abbiamo la sensazione che  un ragazzo non si apra facilmente con una madre così)

11. Spegnilo, rendilo silenzioso, mettilo via quando sei in pubblico. Specialmente al ristorante, al cinema e mentre parli con un altro essere umano. Non sei una persona maleducata, non permettere all’iPhone di trasformarti. (OK ma all’articolo 3. gli dice che mai e poi mai si deve azzardare a non rispondere quando chiamano mamma o papà. Oh cielo, che succede se chiamano? Rispondo o non rispondo? La signora cade molto in contraddizione!)

12. Non inviare e non chiedere foto delle tue parti intime o di quelle di qualcun altro. Non ridere. Un giorno sarai tentato di farlo, a dispetto della tua intelligenza. È rischioso e potrebbe rovinare la tua vita al liceo, all’università, della tua età adulta. Il cyberspazio è vasto e più potente di te. Ed è difficile far sparire le cose da questo spazio, inclusa una cattiva reputazione. OK

13. Non fare miliardi di foto e video. Non c’è bisogno di documentare tutto. Vivi le tue esperienze, rimarranno nella tua memoria per sempre.  (Ancora una volta la madre entra nel merito delle scelte, fare foto “normali” non fa male a nessuno, può essere anche un hobby, ma alla signora non interessa, lei lo trova frivolo, gli altri devono pensarla come lei!)

14. Lascia il telefono a casa, qualche volta, e sentiti sicuro di questa decisione. Non è vivo e non è una tua estensione. Impara a fare senza. Sii più grande e potente della PDPQ, la paura di perdersi qualcosa. (Il giorno che una persona a me molto cara è stata sul punto di morire, mi hanno contattato perché avevo un telefonino, e sono trascorsi 10 anni da allora, e ancora mi chiedo se non l’avessi avuto cosa sarebbe successo. Io non esco mai senza telefonino, non per inviare sms o per giocare, ma perché ho una moglie, una figlia, dei genitori e delle persone a cui voglio bene che in caso di necessità mi possono contattare immediatamente. In questa funzione non è un oggetto superfluo, ma come le chiavi di casa, nessuno uscirebbe senza per sentirsi libero. La signora lo vive come una macchina infernale, e ci rendiamo conto che la maggior parte delle persone lo utilizza in maniera sbagliata, ma l’insegnamento non è: lascialo a casa, ma bensì: è un oggetto utile, non un gioco.)

15. Scarica musica nuova o classica o diversa da quella che ascoltano milioni di tuoi coetanei. La tua generazione ha un accesso alla musica senza precedenti nella storia. Approfittane, espandi i tuoi orizzonti. (Sicuramente il ragazzo espanderà i suoi orizzonti, a differenza della madre che conserva preconcetti conservatori. La musica non ha limiti, anche se moderna e non ci piace, è sempre musica, e almeno che non sia violenta e deviante, va bene qualunque tipo di musica. E nel 2013 dire di ascoltare musica classica è come dire di andare in giro vestito con il Frak! Ancora una volta la donna entra nella sfera delle scelte e i gusti personali, imponendo al figlio le sue scelte!)

16. Gioca a qualche gioco di parole o di logica che stimoli la tua mente, ogni tanto.  (Ok, magari spesso non ogni tanto, ma chi avrebbe dovuto insegnare al figlio questi giochi?)

17. Tieni gli occhi aperti. Guarda cosa succede intorno a te. Guarda fuori dalla finestra. Ascolta il canto degli uccellini. Fai una passeggiata, parla con uno sconosciuto, fai lavorare la tua immaginazione senza Google. (Recita una poesia, respira l’aria intorno a te, guarda i fiori spuntare e parla agli uccellini. Bello, spirituale, ma glielo abbiamo insegnato? La signora quante volte si è fermato con lui a fare questo, perché con nostra figlia non abbiamo bisogno di un contratto scritto per farlo, lo fa da sola. Ci sarà un motivo? Vero, internet è una vera macchina infernale… scusi signora cosa fa per vivere? La blogger! Ah!)

18. Farai qualche casino. Ti ritirerò il telefono. Ci metteremo seduti e ne parleremo. Ricominceremo da capo. Io e te continuiamo a imparare cose nuove, giorno per giorno. Io sono dalla tua parte, sono nella tua squadra. Siamo insieme in questo. (No! Io sono la tua squadra, sono la regina, il re, il capo, il comandante, il presidente, il padrone, il superiore, io sono la mente. Tu sei ai miei ordini, sei solo una pedina, fai come ti dico e se protesti ti tolgo l’ IPhone.)

Spero che tu possa essere d’accordo su questi punti. Molte delle “lezioni” che fanno parte della lista non si applicano soltanto all’iPhone, ma anche alla vita.

Stai crescendo in un mondo in continuo e veloce cambiamento. È eccitante e seducente. Tu cerca di non complicare le cose, ogni volta che puoi. Fidati della tua testa e del tuo grande cuore, più che di ogni apparecchio. Ti voglio bene. Goditi il tuo nuovo favoloso iPhone.

 

Un mio vecchio alunno aveva 13 anni quando il padre gli vietò di utilizzare della carta da regalo che avevano in casa e lui gli rispose che allora l’avrebbe comprata con i soldi della sua paghetta. Il padre gli vietò di farlo adducendo che quelli  erano soldi che gli dava lui e non poteva comprare quello che voleva. Il ragazzo andò nella sua stanza, prese i soldi della paghetta e glieli consegnò dicendo che se non aveva il diritto di utilizzarli come meglio credeva non ne aveva bisogno. Il padre lo prese come un affronto e gli tolse la paghetta settimanale, per sempre. Il ragazzo ne fece a meno fino a 15 anni quando incominciò a lavorare. Qualcuno potrà dire che questo sia stato un ottimo insegnamento per il figlio e  invece no, avrebbe dovuto insegnare qualcosa al padre, che colse solo  l’occasione per risparmiare soldi pensando di controllare la vita del figlio. Questo racconto e le 18 regole per avere un Iphone hanno la stessa gravità di un genitore che regala una bambola alla figlia e poi le impone di giocare con la bambola ai giochi che dice lui: no a fare la mamma, sì a fare la maestra, no a fare la sorella, sì a fare l’amica. I bambini hanno il diritto di imparare, sbagliare e di scegliere, nel rispetto delle leggi e degli altri. Sotto la nostra guida, non sotto il nostro controllo.

Caro Gregory, lo so che non lo farai mai… è troppo figo avere un IPhone… ma se riesci, alzati, vai incontro a tua madre ,consegnale l’Iphone e dille che se lo può tenere e augurale di non aver mai bisogno del tuo aiuto quando sarà anziana, perché allora le presenterai un contratto con 18 regole da accettare se vuole il tuo aiuto!!!!!!!!!!!

Roberta Improta: Educatrice, Insegnante, Neuropsicomotricista, Madre

Claudio Cutolo: Educatore, Musicoterapista, Padre

 

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