Educazione dei bambini | I figli non sono il nostro riscatto

Educazione dei bambini
I figli non sono il nostro riscatto

Educabimbi

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Troppo spesso i genitori tendono a voler riscattare i propri insuccessi o fallimenti attraverso i figli, costringendoli a scelte forzate che non corrispondono ai sogni dei ragazzi.

Tutto questo quasi sempre si traduce in eterni conflitti tra genitori e figli.

 

Non usate i bambini per riscattare i vostri fallimenti, non devono essere il tramite per realizzare i propri progetti incompiuti. Troppo spesso gli adulti ripongono nei bambini la speranza che riescano in quello in cui non sono riusciti loro. Vediamo, così, genitori che impongono ai figli di studiare il pianoforte, altri che, per i bambini ancora piccoli, hanno già deciso il futuro: lavoreranno nella fabbrica di famiglia, diventeranno dottori, avvocati o ingegneri. Così come quelli che spingono i figli a questo o quell’altro sport e li costringono a duri allenamenti.

Tutto questo giustificando il proprio comportamento con tre scuse assurde:  

Lo faccio per il suo bene, un giorno mi ringrazierà.

Voglio che lui possa fare tutto quello che non ho potuto fare io.

Gli faccio fare quello che dico io perché ho esperienza e so cosa è giusto.

Tutte e tre le risposte sono infantili e prive di ogni principio educativo. Nel primo caso il genitore non sa qual è il bene del bambino. Nessuno può prevedere cosa riserva il futuro, nessuno può immaginare quali saranno le capacità che il bambino avrà da grande e gli eventi che gli accadranno. Noi educhiamo i figli a scegliere con intelligenza e maturità, ma dovranno essere loro a scegliere. Non possiamo imporgli il liceo classico o lo scientifico perché riteniamo che sia la scelta giusta in base alle nostre scelte passate, che oltretutto risalgono a 30 anni prima, e soprattutto senza tenere conto delle passioni e soprattutto delle attitudini di un ragazzo.

Nella seconda risposta è sacrosanto il desiderio del genitore che il figlio non debba rinunciare a desideri come è successo per lui, ma, appunto, il figlio non deve rinunciare ai propri desideri, non quelli del padre.

Bisogna essere consapevoli, ancor prima di mettere al mondo dei figli, che non dobbiamo crearci delle aspettative su di loro. I figli non sono nostre proprietà e non ne possiamo decidere il futuro.

Nella terza risposta è implicita la presunzione che la propria esperienza sia quella giusta, ma il più delle volte quello che noi riteniamo giusto risulta essere sbagliato per gli altri.

I figli debbono poter fare le loro scelte, anche sbagliate.

Troppo spesso accade che quando un figlio non segue i consigli dei genitori, questi tengano un atteggiamento molto puerile tenendo il muso per infondere nei ragazzi il senso di colpa, e nell’eventualità che la scelta del ragazzo si rivelasse sbagliata utilizzare la solita frase, ripetuta per anni: te l’avevo detto io. E per finire esibiscono quello che si può definire un atteggiamento infame: utilizzare la scelta errata come arma di ricatto costringendo il ragazzo ad accettare le proprie imposizioni nelle scelte future.

Salvo scelte assurde, il genitore dovrebbe sempre appoggiare le decisioni dei figli e di fronte una scelta sbagliata il genitore dovrebbe innanzitutto consolare il figlio e non criticarlo. Poi infondergli fiducia incoraggiandolo a non arrendersi, ma di riprovare o di trovare un’altra soluzione insieme.

Non bisogna forzare i figli ad essere quello che non sono, quello che non vogliono e quello che, forse, non sono in grado di essere, ma consigliare e lasciarli crescere da soli.

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