Bullismo e insegnanti | Espulsi entrambi

Bullismo e insegnanti
Espulsi entrambi

Bullismo Espulsi entrambi

Bullismo Espulsi entrambi

 

Perché quando due bambini litigano gli insegnanti tendono a punire entrambi i bambini non volendo sentir ragione su chi ha cominciato e come si sono svolti i fatti?

 

Questo metodo, che in apparenza può sembrar giusto, nasconde un grave errore educativo, che tende ad insegnare valori pericolosi.

 

 

Un sistema educativo, molto italiano per la verità, è quello di dare “un colpo al cerchio e uno alla botte” nei casi di litigio. Se è vero che quando c’è una zuffa spesso la colpa è da ricercare in entrambi i litiganti, si dimentica però che il più delle volte c’è chi dà il LA al litigio, chi provoca la lite, chi accende la miccia. Nelle scuole, purtroppo, vige spesso l’usanza arbitraria, come accade anche nelle partite di calcio, dove nelle zuffe l’arbitro estrae il cartellino ed ammonisce o espelle entrambi gli avversari.

Quando due bambini si azzuffano l’insegnante è solito utilizzare la fatidica frase: non mi interessa chi ha cominciato, non vi dovete azzuffare  e spedisce entrambi in punizione.

Se nel calcio, però, abbiamo a che fare con persone adulte, nella scuola ci troviamo di fronte a bambini che non hanno ancora la capacità razionale di comprendere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato. Cioè, se un adulto viene espulso perché ha reagito ad una provocazione, è chiaro che avrebbe dovuto avere la capacità di valutare l’accaduto con razionalità e maturità e capire che avrebbe potuto reagire diversamente. Ma un bambino che prende uno schiaffo senza un motivo e reagisce, non ha la capacità di comprendere il proprio sbaglio:

È stato lui a darmi lo schiaffo, io me ne stavo per i fatti miei, perché non avrei dovuto reagire?

E nessun discorso maturo può fargli cambiare idea: l’unica cosa che può attenuare la rabbia e far sperare che impari a non reagire alle provocazioni è la consapevolezza che il torto subito verrà sanzionato dall’adulto.

In realtà l’errore è palpabile già nei rapporti tra adulti, perché non si possono equiparare provocazione e reazione, salvo che la reazione non sia spropositata rispetto alla provocazione. Nel campo dell’educazione dei bambini la filosofia del “un colpo al cerchio e uno alla botte” risulta essere un grave errore pedagogico e comunica due messaggi sbagliati.

Il primo è il messaggio è quello che recepisce il provocatore, nella fattispecie il bullo, e cioè l’idea che chi provoca la passi sempre liscia, o che comunque viene punito anche chi è stato provocato, nella fattispecie la vittima, tanto odiata dal bullo.

Il secondo messaggio, a nostro avviso ancor più grave, è quello che recepisce la vittima e cioè che deve subire in silenzio senza reagire. Tutto questo sarebbe auspicabile se di fronte ad una provocazione le istituzioni si attivassero immediatamente per fermare e punire il provocatore. Ma è proprio studiando il bullismo che si apprende che il più grande problema della vittima è quello di non ricevere il giusto supporto dagli insegnanti e dagli adulti in generale.

Ma come deve comportarsi un educatore in presenza di una lite? Il metodo è molto semplice e lo riprendiamo proprio da quello errato “un colpo al cerchio e uno alla botte“, ma apportando le giuste modifiche: non punire tutti e due con la fatidica frase: non mi interessa chi ha iniziato, ma far parlare a turno i bambini, far spiegare ad ognuno l’accaduto e rimproverare i comportamenti sbagliati che ci sono stati da ambo i lati, poi punirli in base alla gravità.

 

Se Marco dà uno schiaffo a Luca e quest’ultimo reagisce, l’insegnante dovrebbe agire in questo modo:

Insegnante rivolto a MarcoPerché hai dato uno schiaffo a Luca e senza motivo? Questo comportamento è completamente sbagliato!

Insegnante rivolto a Luca: Anche il tuo comportamento non è stato corretto, quando Marco ti ha dato lo schiaffo avresti dovuto informarmi ed io l’avrei punito.

Insegnante rivolto a Marco e Luca: Adesso resterete in punizione per un po’, Marco per 2 minuti, Luca per 1 minuto.

Questo sistema, che non piace agli psicanalisti e agli italiani, è in realtà è uno dei migliori interventi educativi in caso di contrasti, perché dà ad entrambi messaggi corretti:

Non si provoca e non si reagisce

ma chi ha iniziato deve pagare di più, almeno che la reazione non sia spropositata!

 

 

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