Bullismo e branco | Bullismo a scuola

Bullismo e Branco
Bullismo a scuola

Bullismo il branco

Bullismo il branco

Che cosa è il branco? Perché le persone si uniscono in branco? Che cosa spinge una persona a voler far parte di un branco?

 

Di spiegazioni, psicologiche, filosofiche, sociali e antropologiche, ce ne sono una infinità, con opinioni che possono essere contrastanti o similari.

 

In questo articolo analizziamo il termine da un punto di vista pedagogico e psico-comportamentale, perché utile al fine degli interventi da attuare per arginare il fenomeno del bullismo. Il nostro interesse è innanzitutto per la vittima, per la classe, per il bullo e per gli insegnanti che si trovano ogni giorno ad affrontare situazioni difficili.

Per prima cosa dobbiamo spiegare il termine “branco” riferito all’argomento bullismo, perché mentre in antropologia può avere molteplici significati, quando si parla di bullismo l’etimologia è chiara e univoca: è utilizzato in senso negativo o dispregiativo, ed è inteso per delineare un gruppo di bambini o di ragazzi che si uniscono e tengono comportamenti inadeguati, lesivi per cose e persone.

I bambini che si uniscono in gruppo non sono di per sé qualcosa di negativo, anzi, l’unirsi è segno di civiltà: stare insieme per giocare, per studiare, per passeggiare o per chiacchierare. Far parte di un gruppo è qualcosa di positivo. È importante per la crescita, per lo sviluppo, soprattutto per imparare le abilità sociali, imparare a confrontarsi con gli altri,  imparare a comunicare, a interagire. Far parte di un gruppo, che sia familiare, di amicizie, di lavoro favorisce la maturazione di un individuo. Non a caso, come vedremo in seguito, i risultati migliori e soprattutto duraturi, per contrastare il bullismo, si hanno quando si lavora in equipe.

In un contesto sano è più negativo l’isolarsi ed emarginarsi dalla vita sociale che far parte di un gruppo. La tendenza ad isolarsi nasconde, il più delle volte, uno stato psicologico precario, come può essere il caso della vittima.

Ma un “gruppo” può diventare negativo quando incomincia a chiudersi, ad escludere, quando esige regole severe per entrarvi a farne parte. Un esempio su tutte sono sicuramente le sette religiose, anche quelle minori, come gruppi di associazione religiosa che tendono a chiudersi, soprattutto se hanno capigruppo egocentrici che manovrano gli altri fino a plagiarli. 

Qualunque forma di associazione che tende ad escludere gli altri può diventare pericolosa.

Ma il gruppo può degenerare, come per esempio quando al suo interno ci sono più elementi con un equilibrio psichico precario. Le motivazioni e le cause della degenerazione che spesso portano alla violenza sono molteplici: odio, intolleranza, convinzioni ideologiche, politiche o religiose. Il più delle volte questi gruppi hanno a capo un leader, carismatico, sicuro di sé e delle sue idee.

In una società sana, fatta di persone sane, un leader “negativo” non avrebbe vita, poiché nel momento in cui dovesse proporre idee folli, il suo gruppo lo abbandonerebbe. Ma non è così che va la nostra società, non è così che gira il mondo. Coloro che fanno parte di un gruppo, che seguono un leader, che amano il proprio leader, sono in realtà persone con un equilibrio psichico molto instabile, e il bisogno di piacere, di compiacere, di sentirsi parte di quel gruppo li porta ad avere una fede cieca nel proprio leader, anche quando questi esce fuori dalla legalità. Si tende a chiudere gli occhi, a sminuire o ad abbracciare la causa come il sentirsi parte di una ragione per la quale tutto è lecito. Altri, invece, pur avendo un equilibrio più stabile rispetto ai membri più deboli condividono con il leader le idee, anche quelle più folli, per interessi, per un tornaconto personale.

L’unione fa la forza il gruppo può incominciare a sentirsi potente, diventa violento, abusa del proprio potere, e oltrepassa i limiti, sfascia, rompe, distrugge, prevarica i più deboli. Il leader o i componenti più carismatici decidono le scelte di un gruppo, gli altri li seguono.

Così accade con il bullismo: Il bullo odia, il bullo decide, il bullo prevarica la vittima ed il branco e i suoi gregari lo seguono.

Ma quali sono le motivazioni per cui si viene attratti dal branco anche quando questi commette atti illeciti?

Queste alcune delle motivazioni più plausibili.

  • Il carisma del leader
  • Il senso di sottomissione al leader
  • L’incapacità di opporsi al leader
  • L’essere soggiogati dal leader
  • Il senso di appartenenza
  • La disgregazione sociale
  • La condivisione di idee
  • L’assenza di strutture adatte ai giovani
  • La noia e disagi vari
  • La mancanza di una solida base educativa
  • La mancanza di empatia
  • La mancanza di regole morali
  • Instabilità psichica

 

Vai all’articolo successivo

Vai all’articolo precedente

Torna al libro bullismo online

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *