Goldrake | Errata pedagogia

Goldrake 
Errata pedagogia

Ufo Robot

Ufo Robot

Un esempio di pedagogia errata è quella delle critiche ai cartoni animati degli anni ’70/’80, i mitici Goldrake, Mazinga, Jeeg Robot e tanti altri.

Quando nel 1978 in Italia uscì Goldrake, il primo robot di una lunga serie, suscitò tanto clamore e, i benpensanti, gli psicologi, i giornalisti, gli insegnantisollevarono un gran polverone.  

Perfino un politico, Silverio Corsieri, portò l’argomento in Parlamento per bloccare la serie TV che, invece, fece breccia nel cuore dei bambini dell’epoca.
Secondo i benpensanti quei cartoni animati, espliciti di violenza, avrebbero causato gravi ripercussioni sulla psiche dei bambini. Quei cartoni inneggiavano alla violenza, alla crudeltà etc. etc.!

Mentre per chi li ha guardati prima da bambino e poi da adulto, poi li ha studiati e confrontati con altri cartoni animati, risulta evidente che non c’è niente di più sbagliato del pensiero di quei “benpensanti”!

Iniziamo con il dire che nessun bambino dell’epoca è diventato violento a causa di quei cartoni animati, e se qualcuno è impazzito la causa non è da ricercare in quei cartoni, ma probabilmente tra le dinamiche familiari e una mente disturbata.

Ma perché secondo noi i Robot non istigavano violenza? Perché quei cartoni animati avevano una peculiarità: la netta distinzione tra il bene ed il male. Il protagonista era il bene che lottava per difendere la terra dall’antagonista: il male. Gli americani che combattevano i Nazisti per salvare l’Europa possono essere un esempio di violenza per i bambini? O l’immagine della polizia che lotta contro la criminalità è deleteria per la psiche di un bambino? Se in un film la polizia spara su uno spietato assassino, il bambino non imparerà ad essere violento gratuitamente, imparerà che il cattivo va fermato, con ogni mezzo quando ne va della vita di un innocente.  Quando la violenza è utilizzata per non essere sopraffatti, per non essere maltrattati, per non essere sottomessi, se non giustificata, deve essere almeno compresa. Naturalmente negli anni ’70, così come oggi, sarebbe stato auspicabile la presenza di adulti che spiegano al bambino quello che succede nel cartone animato. Ma questa è utopia.

Purtroppo la distinzione tra il bene ed il male si è persa nei cartoni animati che oggi girano tra i programmi televisivi. Dove spesso l’arrogante è proprio il protagonista, o dove il cattivo a metà delle puntate diventa buono, ed il personaggio buono diventa cattivo. Questo genera confusione nei bambini, perché non riescono a distinguere che cosa sia giusto e che cosa sia sbagliato.

Nella nostra società si sono persi molti valori, e se a questo aggiungiamo la confusione che genera la televisione, non si fa che inasprire la psiche già labile di un bambino.

Siamo circondati da cartoni animati, sit commedy, fiction, film e programmi televisivi, dove il protagonista è arrogante, viziato, bello e dannato. Protagonisti negativi che però risultano essere vincenti ed invincibili.

Questi sono messaggi negativi, perché i bambini ed i ragazzi, imparano ad avere come modelli personaggi negativi, e spesso, questi modelli sono in contrapposizione con i modelli genitoriali. Pensate ad un genitore che insegna ai propri figli a rispettare gli altri e il loro modello televisivo risulta essere un personaggio che ha come prerogativa il “non rispetto”! Ed immaginate tutto questo nell’adolescenza: quando si ha il picco del conflitto tra ragazzi e genitori.

Concludiamo con una un chicca: Se sulla fine degli anni settanta i benpensanti, invece di guardare la novità di quei cartoni con superficialità, avessero analizzato l’evento a 360 gradi, avrebbero potuto scoprire cose inaspettate. Per esempio che in un bambino creano più confusione i personaggi di Hanna & Barbera  e dei Looney Tunes che i robot. Infatti guardando Gatto Silvestro e Titti, Wile Coyote e Beep Beep, Tom e Jerry, i buoni dovrebbero essere Titti il canarino, Beep Beep il roadrunner, e Jerry il topo, e i cattivi Wile Coyote, Gatto Silvestro e Tom il gatto, ma nell’immaginario di molti bambini, le continue sconfitte dei cattivi e la superbia dei buoni, facevano sì che i veri beniamini diventassero i cattivi.

Quindi tutti i bambini degli anni ’40/’50/’60 sono tutti psicologicamente instabili visto che simpatizzavano per i cattivi.

Però… pensandoci bene… se calcoliamo che i nostri politici appartengono a quella generazione… forse…

Smail

Commenti (2)

Non sono mai stata più d’accordo. Sono cresciuta nel pieno periodo dei cartoni animati “incriminati” e fin da piccola ho avuto sempre ben chiara la distinzione tra il bene e il male, che bisogna difendere chi è più debole e combattere per quello in cui credi. Credo che siano i valori con cui chiunque vorrebbe crescere i suoi figli. A volte quando dico queste cose mi ascolto e penso di sembrare assurda ma sono sicura che quei cartoni mi hanno aiutata a crescere.

Grazie del commento Sabrina. È quello che ci piacerebbe fare anche con i nostri figli, ma se accendiamo la TV abbiamo veramente molte difficoltà a trovare cartoni educativi, perfino tra quelli che nascerebbero con quell’intenzione.
Roberta.

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