Padova bambino conteso dai genitori preso con la forza dalla polizia

Padova bambino conteso dai genitori preso con la forza dalla polizia

Bambino conteso

Bambino conteso

Padova bambino conteso dai genitori preso con la forza dalla polizia

Prendiamo atto che oggi il Presidente del Tribunale di Roma invitata ad una trasmissione Rai ha criticato il metodo utilizzato dalla polizia e del fatto che sia avvenuto in una scuola. Ma allo stesso tempo è riuscita ancora una volta a destare in noi sgomento con un’affermazione aberrante: i familiari a cui viene tolto un figlio dovrebbero collaborare con le autorità e tranquillizzare il figlio.

SIGNORA MELITA CAVALLO MA SI RENDE CONTO DELL’ASSURDITÀ DELLE SUE PAROLE?

Mi scusi utilizzo una battuta di Crozza: è come dire a Giovanna D’Arco di raccogliere legna per il fuoco. Ma lei ha figli? Ma è così che lei decide la vita di un bambino? Con tanta superficialità. Ma come si può dire ad una madre a cui le tolgono il figlio di collaborare? Questa affermazione ha lo stesso valore del giudice che disse della donna uccisa dallo stupratore che se non avesse reagito allo stupro non sarebbe morta.

Signor Giudice, ma lei conosce il significato e soprattutto il valore della parola empatia? Si è mai messa nei panni di un genitore a cui viene tolto un figlio? La separazione di un figlio dai genitori è una delle cose più atroci che si possono fare ad un bambino e ad un genitore, e da padre posso aggiungere, soprattutto toglierlo ad una madre. Ma come si può mettere in casa famiglia un bimbo conteso dai genitori.

La separazione di un figlio da una madre dovrebbe essere effettuata solo in casi estremamente eccezionali. E le posso garantire che nel 99% dei casi in cui viene eseguita in Italia non rientra in quei casi estremamente eccezionali, ma è solo un incomprensibile potere che hanno dato a giudici, assistenti sociali e psicologi e la più grande vittoria della giustizia italiana si otterrà quando questo abominevole abuso sarà abolito.

Ci dispiace solo che in quella trasmissione il solo ad aver deplorato il togliere i bambini e metterli in casa famiglia sia stato Gianni Ippoliti. È assurdo che tra tutti i presenti, molti genitori come noi, nessuno si renda conto dell’idiozia delle case famiglia.

Un’ultima parola al direttore dell’Avvenire che ha dato il meglio di sé in affermazioni assurde, come il dire che se alle immagini del trascinato via a forza dalla Polizia cambiassimo la colonna sonora, cioè, se le urla dei parenti le sostituissimo con risate il tutto avrebbe avuto un altro significato. Ma si rende conto della gravità di queste parole? È come dire che se alle marce degli ebri verso Aushwitz cambiassimo la colonna sonora ed inserissimo delle risate il tutto acquisterebbe un altro significato. Riguardo la difesa delle case famiglia, caro signor direttore, ogni tanto lasci la poltrona da cui dirige il suo giornale e si faccia un giro nelle case famiglia.

Le case famiglia possono essere concepite solo per bambini che non hanno nessun parente e solo per un brevissimo periodo, e non da bambini tolti alle famiglie, come invece accade nella maggior parte delle case famiglia in Italia

Ma perché in Italia si tolgono i figli alle famiglie con tanta facilità?

Ci sarà qualche oscuro gioco economico-politico?

Claudio Cutolo Educatore comportamentale, Musicoterapista
Roberta Improta Neuropsicomotricista, Insegnante scuola dell’infanzia

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