Bullismo mass media

Bullismo mass media
Bullismo a scuola

Bullismo mass media

Bullismo mass media

 

Spesso i mass media trattano l’argomento bullismo, ma quante volte si tratta davvero di bullismo? E quante invece è solo la ricerca di uno scoop?

  • Ragazzi incendiano l’auto di un professore
  • Branco pesta ragazzo: è grave
  • Alunni allagano la scuola
  • Ragazzina violentata dai compagni

Spesso questi titoli inneggiano al bullismo, ma è si tratta realmente di bullismo?

 

 

No! Nella maniera più assoluta! Questi casi non si possono annoverare tra le vicende di bullismo, ma bensì di microcriminalità, teppismo, vandalismo. Inoltre spesso si tratta di episodi isolati che vengono presi in considerazione dai mass-media perché suscitano scalpore e fanno notizia e non hanno continuità nel tempo come accade nel bullismo.

Come abbiamo già detto perché si possa parlare di bullismo ci sono cinque condizioni imprescindibili:

  1. Ci sia un soggetto più forte, il bullo, che reca danno ad un soggetto più debole, in maniera diretta o indiretta.
  2. Ci sia un soggetto più debole, la vittima, che subisce le prevaricazioni da un soggetto più forte.
  3. Che i soggetti, bullo e vittima, siano sempre gli stessi (mentre possono variare gli altri protagonisti)
  4. Che le azioni di prevaricazione si protraggano nel tempo.
  5. Che le prevaricazioni non vengano compiute con estrema violenza.

Il bullismo non è fatto di azioni molto violente, ma di piccole prevaricazioni che si protraggono nel tempo. A volte può capitare che una situazione di bullismo possa degenerare e provocare qualcosa di ben più grave, ma in quel preciso istante dobbiamo smettere di chiamarlo “bullismo” e definirlo con il nome più appropriato.

Un esempio possiamo prenderlo dalla differenza che passa tra le molestie sessuali e lo stupro, cioè: un uomo potrebbe rivolgere continuamente apprezzamenti volgari a sfondo sessuale ad una collega di lavorosenza mai arrivare a violentarla. Questa condotta rientra a pieno titolo nelle molestie sessuali, e se pur gravi, non possono essere definite stupro. Lo stesso uomo, invece, potrebbe violentare la collega senza averla mai molestata. O ancora potrebbe arrivare a violentare la collega dopo averla molestata per anni, a questo però punto non si tratterebbe più di molestie sessuali ma di stupro. Lo stesso dicasi per il bullismo: un ragazzo può prevaricare un compagno di scuola per anni senza mai mandarlo in ospedale, oppure potrebbe mandarlo in ospedale senza averlo mai prevaricato, fino a quando si tratta di prevaricazioni, molestie, spintoni, minacce, piccole violenze fisiche, allora parliamo di bullismo, ma quando questi comportamenti degenerano in qualcosa di molto più grave si esce dal bullismo e si entra nella criminalità o delinquenza, o bullismo degenerato.

Teniamo a precisare, però, che sebbene il bullismo non sia molto violento, questo fattore non esula il bullo da responsabilità, anzi, se pur non violente, le prevaricazioni che attua nei confronti della vittima, spesso provocano conseguenze superiori alle violenze fisiche, e lasciano traumi che la vittima difficilmente riuscirà a superare senza un valido sostegno!

Oggi il bullismo è un argomento di moda e se ne parla molto. Ma purtroppo quando viene affrontato l’argomento dai mass-media, il più delle volte vengono invitati a dibattere sulla questione personaggi, spesso famosi, che niente hanno a che vedere con il bullismo, “esperti” che anche laddove presentino qualifiche specifiche, salta subito all’occhio, almeno per chi è del campo, che non hanno mai nemmeno letto un libro sul bullismo, ma solo sentito qualche notizia di qua e di là o letto qualche informazione su internet.

In Italia ci sono molte persone autorevoli per parlare di questo argomento, ma invece i mass-media invitano personaggi che fanno audience: opinionista, giornalista, lo psichiatra o lo psicoterapeuta che non conoscono il bullismo, a volte addirittura il criminologo e infine il solito vip dello spettacolo o dello sport. Così ascoltiamo i soliti luoghi comuni, i soliti giudizi errati, i soliti consigli pericolosi e la solita demagogia che tanto piace all’autitel.

Ma perché non invitare un esperto in materia?

Perché se parlasse un vero esperto di bullismo spiegherebbe che le azioni molto violente che commettono alcuni ragazzi, per le quali vengono pubblicati titoloni sui giornali, non hanno a che fare con il bullismo, ma questo sarebbe un chiaro rischio per gli ascolti.

È chiaro che i mass media fanno il loro lavoro, e probabilmente, scrivere o parlare di un bambino che ogni giorno denigra un compagno non fa audience come invece fa il pestaggio, l’omicidio o il suicidio. Questo però crea confusione e l’opinione pubblica è convinta che bullismo equivalga a criminalità.

Ma ai mass-media possiamo perdonare questi peccati di venia, diventa grave invece, quando ad attingere informazioni da internet, da settimanali di cronaca e anche dai mass-media, sian organi istituzionali, come la politica, i dirigenti scolastici che troppo spesso asseriscono con non poca superficialità che nella propria scuola non c’è bullismo, insegnanti e tutti gli operatori socio-psico-sanitari.

 

 

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