Bullismo comportamenti vittima | Comportamenti negativi

Bullismo comportamenti vittima
Comportamenti negativi della vittima

Bullismo comportamenti vittima

Bullismo comportamenti vittima

Quando parliamo di bullismo siamo soliti elencare i comportamenti negativi del bullo, ma ci soffermiamo poco sui comportamenti negativi della vittima, anche quella passiva.

Non sono comportamenti illeciti, ma atteggiamenti che infastidiscono i compagni, i quali come conseguenza tendono ad isolarla.

 

Secondo Olweus (Bullismo a scuola pagg. 33 e 34)  le vittime non sono soggetti aggressivi, né molesti; per questo, non si può spiegare il bullismo attribuendolo alle provocazioni della vittima.

Se pur vero, dobbiamo però sottolineare che alcuni comportamenti risultano essere molesti per gli altri bambini e per gli insegnanti. Di per sé non sono comportamenti vietati, ma possono essere considerati poco idonei in un gruppo di pari. Altre volte si tratta di comportamenti del tutto innocui, se non addirittura positivi, ma che non sono ben accetti da alcuni soggetti.

Si possono trattare di comportamenti diretti, come nel caso della vittima provocatrice e la vittima ambigua, ma altrettanto di atteggiamenti indiretti come nel caso della vittima passiva, eppure, nonostante non siano comportamenti negativi, concorrono a renderla vittima. Un esempio può essere quello di un gruppo di adulti che si riunisce il sabato sera per ridere, scherzare e bere. Ora potrebbe esserci tra di loro un astemio che non beve, questo non è di per sé un comportamento anti-sociale, anzi potrebbe essere un atteggiamento di tutta ammirazione, eppure questa caratteristica potrebbe causare all’uomo astemio l’emarginazione o addirittura l’esclusione dal gruppo.

Si tratta, quindi di atteggiamenti, modi di essere, aspetti caratteriali, che non sono di per sé provocatori, ma che possono infastidire altri individui, nella fattispecie: compagni di classe. In genere la maggior parte dei bambini tende ad isolare il compagno fastidioso, il bullo, invece, tende a molestarlo. Questo spiega anche uno dei motivi per cui difficilmente qualcuno prende le difese della vittima: è considerata un soggetto antipatico.

Questi atteggiamenti non giustificano nella maniera più assoluta l’emarginazione e le molestie, ciò nonostante i bambini vengono comunque isolati o prevaricati. Spesso dietro l’emarginazione o le molestie si celano sentimenti di intolleranza, come nel caso di bambini di culture o religioni diverse, disabili, bambini con atteggiamenti del sesso opposto (omofobia). Fino a veri e propri casi di razzismo. Alla base c’è la non accettazione dell’altro, altro in quanto individuo diverso, il quale, per svariati motivi, alla lunga viene isolato, poiché ritenuto soggetto fastidioso, ma, soprattutto, soggetto debole, quindi facile da molestare.

La cosa preoccupante sta nel fatto che molto spesso questo fastidio lo percepisca anche l’insegnante. Questo porta ad acutizzare il disagio della vittima, perché oltre ad essere molestata dal bullo, dal branco, ad essere additata o isolata dalla classe, si ritrova ad essere un elemento di fastidio anche per l’adulto di riferimento nella classe, cioè colui che dovrebbe difenderlo.

Se i comportamenti della vittima,  non sono ritenuti consoni per il gruppo dei pari, non possono per nessuna ragione, però, scagionare il comportamento dell’insegnante che giustifica o chiude un occhio di fronte agli atti di bullismo.

Ribadiamo ancora una volta che a differenza della vittima ambigua e quella provocatrice, la vittima passiva, il più delle volte mostra comportamenti leciti, sono modi di essere, sfumature caratteriali.

La situazione è sicuramente difficile da gestire, poiché, se da un lato l’insegnante non può giustificare le molestie subite dalla vittima, dall’altro è molto difficile contrastare l’atteggiamento emarginatorio, poiché non si può obbligare un bambino ad essere amico di un compagno verso il quale non prova nessuna simpatia.

Troppo spesso però questa situazione porta a far ricadere tutte le responsabilità sulla la vittima facendo così nascere proposte di interventi mirati su di essa, tra cui la psicoterapia. Ma niente è più sbagliato. Gli interventi vanno fatti sul gruppo classe, sul bullo in primis. Interventi che mirano all’accettazione dell’altro e del rispetto della sua individualità.

Mentre potrebbe essere oggetto di discussione la possibilità di interventi mirati (educazione comportamentale, psicomotricità comportamentista, musicoterapia, sport) sulla vittima provocatrice e soprattutto su quella ambigua, i quali comportamenti possono diventare anche lesivi.

Alcuni comportamenti che può assumere la vittima passiva

Si tratta di comportamenti indiretti perché non sono rivolti direttamente ai compagni

  • Eccessivo lamentio e petulanza
  • Voce lagnosa
  • Eccessivo protagonismo
  • Eccessiva esuberanza nei confronti degli insegnanti
  • Introversione
  • Timidezza
  • Atteggiamento ambiguo
  • Egocentrismo
  • Superbia
  • Impaccio
  • Logorrea
  • Vigliaccheria

Alcuni comportamenti che può assumere la vittima provocatrice

Si tratta di comportamenti diretti perché rivolti direttamente ai compagni, anche al fine di recargli danno.

  • Intromissione continua
  • Toccare i compagni, per esempio su braccia, spalle
  • Fare la spia con insegnanti o con altri bambini
  • Essere ironici e sarcastici
  • Prendere in giro
  • Provocare
  • Punzecchiare e tormentare
  • Fare scherzi fuori luogo
  • Toccare e prendere oggetti altrui

Alcuni comportamenti che può assumere la vittima ambigua

Si tratta di comportamenti diretti ed indiretti che tendono volontariamente a ledere gli altri.

  • Mentire
  • Calunniare
  • Fare la spia
  • Gettare fango su compagni e insegnanti in modo sottile
  • Comportamento sarcastico
  • Punzecchiare continuamente
  • Offendere sul piano personale
  • Tradire i compagni
  • Essere volta bandiera
  • Atteggiamento superbo
  • Falsa autostima
  • Comportamenti affettati
  • Falsa amicizia

 

 

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